
Il nostro Golfo dianese racchiude luoghi ricchi di antiche storie e leggende mitiche.
I miti tramandati nel corso delle generazioni descrivono il nostro territorio in modoautentico con uno spirito fiabesco raccontando di curiosità vita quotidiana dei borghi liguri.
Il Prato dei Coppetti di Deglio Faraldi è un sito particolare per la sua estensione ed in tempi lontani era sfruttato per la raccolta del fieno. Ancora oggi esiste testimonianza di ciò nei resti di un’antica carrucola che veniva utilizzata proprio per spingere a valle i mucchi di fieno.
La tradizione popolare vuole questo luogo in qualche modo collegato all’occulto narrando di streghe e folletti ed altre figure che si trovano nelle notti di luna piena per celebrare i loro riti in quello nel luogo che prende il nome di Sotta delle Basue.
La leggenda narra che un tempo, un contadino molto povero decise di recarsi a Deglio Faraldi. L’uomo non possedeva nulla e dopo aver lavorato molto, vessato dalla siccità e dagli scarsi guadagni, riuscì a mettere da parte un piccolo mucchio di grano. Con il raccolto in spalla, l’uomo si recò alla volta di Deglio dove la macinatura di quel poco frutto gli restituì un ancor più modesto sacco di farina. La sera era già avanzata e non appena l’uomo si trovò al Prato dei Coppetti, il campanile di Deglio cominciò a suonare la mezzanotte. Fu all’ultimo rintocco che successe qualcosa di straordinario: ragazze bellissime vestite di fiori e di mille ricchezze comparvero dal nulla cantando e ballando nel Prato misteriosamente illuminato. Per lo stupore, l’uomo lanciò un grido di entusiasmo; ma fu in quel mentre che tutta la magia scomparve. Sentitosi in colpa per il suo intervento, il contadino raccolse il suo sacco quando, con grande stupore, si rese conto che questo era così colmo di farina da non riuscire quasi a portarlo.
All’indomani, raggiunto il paese esausto ma felice, l’uomo raccontò il fatto agli amici che, come avveniva un tempo nei nostri borghi, erano soliti incontrarsi nelle piazze per trovare un po’ di ristoro. Molti lo presero per pazzo; altri partirono il giorno dopo con un pugno di farina nel sacco più grande che avevano. Giunti al prato, al termine dei rintocchi di mezzanotte, comparve la magia. Esclamarono a gran voce per lo stupore ma le ragazze, i canti e i balli scomparvero improvvisamente nel nulla come avvenne la notte precedente. Il risultato però fu molto diverso: i sacchi dei contadini erano colmi di pietre.
Cosa aspettate dunque? E’ ora di andare al Prato dei Coppetti, li vedrete quanti mucchi di pietre ci sono nei piccoli prati vicini! Vedrete inoltre la Sotta delle Basue. In dialetto, sotta significa avvallamento (o zona di terreno in depressione, paludosa) e basue si traduce con streghe.
Quest’area si trova sul lato occidentale del Prato. In quest’angolo ombroso, si forma spesso un lago d’acqua stagnante che permane per mesi e mesi dove un’erba nera e contorta amalgamata in ciuffi scomposti trova la vita.